Marcel Mauss, antropologo francese e allievo di Durkheim, sviluppò la teoria del dono e della reciprocità, descrivendo i “fatti sociali totali”, cioè fenomeni che coinvolgono tutti gli aspetti della vita sociale. Nel suo celebre “Saggio sul dono” (1923), Mauss analizzò il dono nelle società arcaiche, come tra i Maori della Nuova Zelanda, notando come il dono sembri libero e volontario, ma in realtà sia obbligato e interessato.
Mauss individuò tre regole alla base del dono: dare, ricevere e ricambiare, che costituiscono il “principio della reciprocità”. Egli attribuiva questa reciprocità a una “qualità” spirituale che resta negli oggetti donati, come lo “hau” dei Maori, che obbliga il ricevente a ricambiare per ristabilire un equilibrio sociale. Il mancato ricambio comportava conseguenze negative.
L’influenza di Mauss fu ampia, soprattutto su Claude Lévi-Strauss, che utilizzò il principio di reciprocità per interpretare fenomeni culturali come la parentela e il matrimonio. Mauss fu inoltre promotore del Musée de l’Homme e contribuì all’organizzazione della spedizione etnografica Dakar-Gibuti (1931-1933), condotta da Marcel Griaule, che studiò i Dogon del Mali.

